La Storia

Le prime testimonianze della città risalgono al 1185…con un documento datato 11 aprile il vescovo di Bologna riconosce ai centesi le “buone e legittime consuetudini” tanto da riconoscerli come comunità.
In quegli anni gli abitanti di Cento sono impegnati con le loro fatiche, i loro sudori e a loro spese in lavori di bonifica e di disboscamento dei terreni che sono stati loro assegnati dallla Curia di Bologna attraverso varie enfiteusi.


Nel '300 il vescovo perde gradualmente potere, abbandona la formalità enfiteutica nei confronti di Cento e Pieve (le due città rimangono unite sino al 1376), trasformandola in vendita e in affitto, dando origine all'attuale istituzione della Partecipanza Agraria.
Risale al 1378 l'edificazione della Rocca da parte del comune di Bologna, affinché i centesi non promuovessero alcun male assieme ai vicini; la meravigliosa Rocca infatti nasce come fortilizio con funzioni repressive anche nei confronti degli abitanti stessi.

 

Nel corso dei secoli subisce radicali modifiche ed ampliamenti, assumendo prevalentemente la connotazione di carcere, conservata sino al 1969. Durante le numerose guerre che si combattono nel quattrocento tra il comune di Bologna e i cardinali legati, Cento diviene proprietà ora del vescovo, ora del comune, ora dei Visconti. Grande cambiamento avviene nel 1502 a seguito del matrimonio fra Alfonso I d'Este e Lucrezia Borgia.

Cento e Pieve sono sottratte alla signoria del vescovo di Bologna e portate in dote da Lucrezia alla Casa d'Este. Tuttavia, le lotte per la supremazia sul centopievese non cessano: dopo la morte di Alessandro VI (padre di Lucrezia Borgia) sale al soglio pontificio nel 1503 il suo acerrimo nemico cardinale Giuliano Della Rovere (Giulio II); il nuovo papa occupa le nostre terre, restituite poi agli Estensi solo alla sua morte nel 1513.
La seconda metà del secolo è segnata da lotte sociali e da diverse rotte del Reno che causano gravi allagamenti nel paese e nelle campagne, con conseguenti carestie.

In questi anni Cento assume anche rilievo dal punto di vista culturale; nel 1543 Alberto Accarisio, con l'aiuto di un tipografo itinerante, stampa presso la propria abitazione, nell'attuale corso Guercino, il primo vocabolario della lingua volgare. Dopo nemmeno un secolo di dominio estense, nel 1598 la nostra comunità ritorna alla Santa sede.

 

Il '600 è un secolo di guerre, epidemie e carestie. La popolazione è stremata dai conflitti bellici, a cui si aggiunge, nell'estate del 1630, la terribile peste; solo nel 1631 Cento per la “di Dio grazia” rimase libera dalle soldatesche e dalla peste.
L'anno successivo, per esorcizzare la passata pestilenza e gli altri mali, i centesi decidono di celebrare il carnevale con una giostra memorabile, tanto che non solo alii centesi ma al numero grande di forestieri ... fu di somma soddisfazione gradimento e giubileo. Dopo un breve periodo di pace Cento viene coinvolta nella guerra per il ducato di Castro, che si protrae per quasi un decennio dal 1641 al 1649; a questa si aggiunge anche nel 1648 una grave inondazione del Reno (fiume che bagna la città).

Nonostante gli eventi luttuosi che si susseguono in maniera incalzante, non va dimenticato che in questi anni nascono le importanti scuole pittoriche dei Gennari e successivamente quella del Guercino, il nostro più importante "figlio", artista apprezzato in Italia e all'estero.

Data memorabile risulta essere il 1754, anno in cui papa Benedetto XIV emana una bolla che eleva Cento al rango di città; il riconoscimento viene conferito grazie all'intercessione dell'allora arciprete di S. Biagio Girolamo Baruffaldi.

A fine secolo Cento diventa capoluogo di Dipartimento dell'Alta Padusa (1797) a cui fa seguito una breve parentesi di dominazione austriaca, periodo in cui Ugo Foscolo, arruolato nel corpo della Guardia Nazionale di Bologna viene ferito nella nostra città. Dopo molte turbolenze, il 19 luglio del 1815 il cardinale Consalvi restaura il governo pontificio riportando a Cento buona parte delle opere d'arte confiscate da Napoleone.

La serenità non dura a lungo: sono anni di grande fermento, appaiono sulla scena politica importanti personaggi del nostro risorgimento, primo fra tutti il padre barnabita Ugo Bassi (di fede garibaldina), che nell'agosto 1849 venne alla Villa Spada (a Bologna) processato e fucilato dai tedeschi (austriaci). Con l'Unità d'Italia Cento è governata dal gruppo di moderati, fazione politica che rimane sulla scena locale per circa un trentennio poi rimpiazzata da personaggi della sinistra liberale.

 

L' '800 da anche i natali a Jolanda, scrittrice di fama nazionale, nipote di Gaetano Majocchi, compagno di studi di Giacomo Leopardi e collaboratore con il Manuzzi al celebre "Vocabolario".

Nel 1869 tumulti e agitazioni si registrano in diverse parti d'Italia; il malcontento generale è causato da nuove "tasse per il macinato".
A Cento villani con vanghe e scuri avevano atterrata la porta del Palazzo Municipale ... gettarono dalle finestre tutto quanto entro vi era ... a stare dalla Piazza vedevansi per aria mobili... una quantità di registri, di cartolari, di carte ... e così fitte che sembrava una grande nevicata ... e vi dettero fuoco”.

Nell’Archivio storico comunale, a eterna memoria degli eventi del 1869, rimane qualche sporadico documento bruciacchiato e annerito dal fumo. Dalle descrizioni estrapolate dalle cronache locali emerge sempre la presenza della popolazione, la densità numerica degli abitanti; questi dati eccezionali (si tenga presente che agli inizi del '600 nel territorio centese si registrava la presenza di circa 12.000 abitanti) sono dovuti alla presenza dell'antico istituto della Partecipanza agraria.

 

Nel corso del secolo appena trascorso sino agli aa. '70 si sono registrate fasi di incremento demografico in una zona con un carico di popolazione numericamente rilevante, ad eccezione di una modesta flessione negativa negli aa. '30 causata dai numerosi espatri verso l'America settentrionale. Dal punto di economico si assiste intorno agli aa. '50 del '900 alla fine della coltura della canapa nelle campagne centesi, un modello economico radicato sin dal '700 che, a seguito delle mutate condizioni di mercato è venuto meno. Anche le istruzioni scolastiche in parte si modificano, oltre al Liceo Classico presso il Seminario Clementino di tradizione secolare, nel 1925 viene impiantata una scuola Tecnica Industriale, voluta e realizzata dai fratelli Taddia con lo scopo di preparare personale tecnico idoneo a soddisfare le esigenze che andavano sempre più manifestandosi con il rapido affermarsi e con l'incessante evolversi dei mezzi meccanici in ogni attività produttiva.
Anche il più antico istituto di credito locale, la Cassa di Risparmio sorta nel 1859, che aveva fra i propri obiettivi il finanziamento dell'agricoltura, ha saputo a metà degli aa. '50 del secolo appena trascorso, iniziare ad erogare cospicui finanziamenti per attività commerciali - industriali.
Cento è stata più volte definita terra di confine ma nel senso più alto del termine , in effetti risulta tale, in quanto per quanto concerne la struttura architettonica con i frequenti portici, la cadenza dialettale, è strettamente legata al retaggio culturale scaturito dalla secolare appartenenza alla Diocesi bolognese; mentre il legame politico - amministrativo e l'annosa lotta 'contro' le acque la rendono accomunabile all'area ferrarese. Il centese è un individuo con un forte attaccamento al proprio territorio, ove opera per obiettivi comuni, quali la conservazione e l'esaltazione della propria identità ed autonomia.



Cosí Oggi

Una città a forte carattere industriale con numerosi insediamenti artigianali capaci di produrre posti di lavoro non solo per gli abitanti della zona ma dei numerosi comuni limitrofi.

 

Un centro storico di grande importanza architettonica avvolge centinaia di esercizi commerciali ed attività del terziario.

 

Unita attraverso una buona rete viaria alle città capoluogo di provincia di Bologna, Ferrara e Modena, Cento è riuscita nel tempo a crearsi una propria autonomia di servizi.

 

Al 31 marzo 2011 gli abitanti residenti erano 35.584 di cui circa 20.000 nel capoluogo e 15.000 nelle importanti frazioni del comune.